Sleep Texting: sonnambulismo 2.0?

Inviare messaggi dal proprio smartphone senza essere completamente svegli e non ricordarselo il mattino seguente: è lo Sleep Texting, l’ultima frontiera delle tecno-dipendenze, fenomeno in crescita da alcuni anni (l’hashtag #sleeptexting in netto aumento su Instagram e Twitter lo dimostra), messo sotto ai riflettori dallo studio condotto da Elizabeth B. Dowdell e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of American College Health.

COS’È LO SLEEP TEXTING

Lo studio condotto dalla Villanova University su un campione di 372 studenti statunitensi, evidenzia l’ampia diffusione del fenomeno, che consiste nell’inviare messaggi appena prima di addormentarsi oppure durante microrisvegli notturni, attività di cui non si tiene traccia nella memoria (se non in quella del proprio smartphone). Spesso si tratta di messaggi bizzarri o confusi, talvolta privi di significato o addirittura di parole non reali, ma non è necessariamente sempre così.

Inviare messaggi dal proprio smartphone senza essere completamente svegli e non ricordarselo il mattino seguente: è lo Sleep Texting, l’ultima frontiera delle tecno-dipendenze, fenomeno in crescita da alcuni anni (l’hashtag #sleeptexting in netto aumento su Instagram e Twitter lo dimostra), messo sotto ai riflettori dallo studio condotto da Elizabeth B. Dowdell e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of American College Health

Simile ad una modernissima forma di sonnambulismo, le Sleep Texting sembra colpire in modo più frequente i giovani e gli adolescenti, le fasce d’età che utilizzano il maggior numero di ore al giorno smartphone, tablet, computer e consolle, e che ne concentrano l’utilizzo nelle ore serali e notturne.

Oltre un quarto degli studenti presi a campione per lo studio americano ha di fatto “messaggiato” nel sonno, e, cosa ancora più preoccupante, la gran parte di loro non ricordava di aver inviato alcun messaggio durante la notte…



LE CONSEGUENZE

Secondo l’American Academy of Sleep Medicine, gli adolescenti non dovrebbero dormire meno di 9 ore per notte, per non intaccare lo sviluppo della memoria e dell’apprendimento, processi psichici di fondamentale importanza proprio in questa fase della crescita e dello sviluppo cerebrale. Ma le conseguenze non riguardano solo la salute “psichica”: dormire un congruo numero di ore durante la notte in fase adolescenziale, oltre ad evitare senso di affaticamento e scarsa concentrazione, mette al riparo da patologie quali il colesterolo e la pressione alta che potranno presentarsi da adulti.

Dormire un congruo numero di ore durante la notte in fase adolescenziale, oltre ad evitare senso di affaticamento e scarsa concentrazione, mette al riparo da patologie quali il colesterolo e la pressione alta che potranno presentarsi da adulti.
Fare “le ore piccole” “chattando” con gli amici sul proprio smartphone o giocando in rete con compagni di avventure digitali è già di per sé un’attività che riduce pericolosamente le ore di sonno degli adolescenti iperconnessi di questa epoca, tenendo conto del fatto che al mattino i ragazzi dovranno comunque alzarsi presto per andare a scuola. Se a queste cattive abitudini digitali aggiungiamo anche le interruzioni del sonno dovute allo Sleep texting, il quadro delineato diviene senz’altro preoccupante.
 
 

LA SOLUZIONE

Il buon senso e i consigli dei medici specialisti ci indicano un’unica soluzione: spegnere tutti i device almeno mezz’ora prima del momento di andare a dormire, oppure, se proprio non vogliamo spegnere il nostro smartphone, possiamo almeno eliminare le suonerie e posizionarlo in un’altra stanza, per non incorrere in tentazioni!

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